Filosofia, scienza e felicità

pubb. sabato, 23 Marzo, 2019


L’ultimo libro di Carlo Cellucci (professore ordinario di Logica presso l’Università La Sapienza di Roma) avanza la convinzione, sorretta da prove e ragionamenti, che anche dopo l’affermarsi storico del paradigma scientifico moderno e la conseguente messa in questione del modo tradizionale di intendere la filosofia e il suo ruolo rispetto alle scienze, il sapere filosofico mantiene una propria pertinenza ai fini della conoscenza. Questa tesi generale implica una ridefinizione non solo del paradigma filosofico di riferimento, ma anche del concetto di conoscenza cui esso è riferito e, prima ancora, della nozione stessa di uomo in quanto agente della conoscenza: in effetti, ciò che Cellucci propone in questo libro è proprio l’abbandono dei tradizionali paradigmi filosofico, epistemologico e antropologico, in funzione di una loro ridefinizione globale che proietti una nuova immagine dell’uomo e della conoscenza.

Sul piano filosofico, Cellucci afferma la necessità ricollocare la filosofia in continuità con le scienze e con le metodiche da queste adottate. Sul piano epistemologico, egli rifiuta la concezione della conoscenza come “credenza vera giustificata”, in favore di una sua definizione come processo di soluzione di problemi vitali. Sul piano antropologico, infine, Cellucci supera la concezione dell’uomo propria del dualismo tradizionale a partire da Cartesio, riaffermando l’insepa-rabilità di mente e corpo.

L’adesione alla prospettiva scientifica da parte di Cellucci si fonda sulla convinzione che è in questo mondo che l’uomo aspira ad essere felice e impiega il suo pensiero (in primo luogo filosofico) nella ricerca delle condizioni concrete di tale felicità.

Carlo Cellucci,
Perché ancora la filosofia,
Laterza, Bari, 2008
pp. 520

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