Francesco Bottaccioli La medicina quantistica e altre magie

pubb. domenica, 14 Luglio, 2019


Questo articolo si basa su una parte del Capitolo La Pnei come modello di integrazione della cura, scritto dall’Autore, contenuto nel volume Barsotti N, Lanaro D., Chiera M, Bottaccioli F (2018) La PNEI e le discipline corporee, Edra: Milano

Negli ultimi due decenni, dopo la fiammata della medicina new age, imbarazzante sotto il profilo scientifico, sono emerse proposte che si presentano come scientifiche, anzi come un avanzamento epocale della scienza e della medicina. La più nota è la cosiddetta medicina quantica o quantistica.

Il punto di partenza è a prima vista intuitivo: come la biomedicina riduzionista si basa sulla vecchia fisica newtoniana, così la nuova biomedicina deve basarsi sulla nuova fisica quantistica.

È un’intuizione corretta? Una risposta a questa domanda la riceviamo da Werner Heisenberg, in una delle sue Gifford Lectures tenute all’Università di St. Andrew nell’inverno 1955-56. Secondo il co-fondatore (assieme a Niels Bohr) della teoria quantistica, mentre “l’unificazione tra fisica e chimica è divenuta completa con la quantistica” [1], essa non è possibile con la biologia, perché in quest’ultima disciplina vengono messi in campo concetti non compresi nella fisica. Non perché il mondo fisico e quello biologico siano composti da elementi diversi, ma a causa delle diverse connessioni che si realizzano tra di loro nei due mondi.

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