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Per una nuova scienza e pratica medica.
Un’ epoca di transizione

Viviamo un’ epoca in cui la crisi del modello biomedico dominante è giunta alla consapevolezza di scienziati e professionisti della salute, ma anche alla percezione della società, che ricorre in proporzioni crescenti a pratiche mediche non convenzionali per la cura di tutta la gamma delle patologie umane.

Questa tensione tra medicina e società, che a volta assume i caratteri dello scontro polemico, non è spiegabile come frutto di un complotto o dell’azione di “cattivi maestri” della comunicazione, capaci di manipolare l’opinione pubblica; è invece la manifestazione di una più generale crisi scientifica. Crisi visibilissima se si osserva la distanza che separa il paradigma biomedico dominante, costruito sulla fisica classica, e il percorso di ricerca della fisica di fine millennio.

La fisica del novecento, che dalla teoria della relatività e dalla meccanica quantistica sta approdando allo studio dei sistemi lontani dall’equilibrio e delle leggi del caos, ha definitivamente liquidato quei presupposti scientifici che sono alla base del paradigma biomedico vigente.

Al posto della separazione tra soggetto e oggetto si è affermata l’interdipendenza tra l’osservatore e l’ oggetto, al posto di un universo omogeneo e statico è emerso un cosmo percorso da nascita, morti, disintegrazione e riorganizzazione della materia, e osservabile solo con un ottica “frattale”; al posto della ricerca ossessiva del mattone fondamentale della materia (atomi, quark) è emersa la mutevolezza dello stato in cui si presenta l’ energia costitutiva di ciò che chiamiamo materia. Al posto di una visione lineare della realtà, basata sul rapporto causa- effetto, emerge una complessità circolare, un punto di vista che studia innanzi tutto le relazioni reciproche e l’emergenza di nuove proprietà della materia legate all’emergere di nuovi livelli di complessità.

Questo nuovo punto di vista scientifico mal si combina con un modello biomedico, di stampo sostanzialmente ottocentesco, basato su una visione meccanicistica della fisiopatologia umana e su una clinica settorializzata e superspecialistica.

Ma dall’interno delle stesse scienza biomediche si vanno accumulando dati e vanno emergendo movimenti scientifici che preparano il cambiamento di paradigma. E’ quindi un’ epoca di transizione che prelude a un più generale cambiamento quella nella quale operiamo.

L’ avanzare delle conoscenze sul complesso e integrato funzionamento della macchina biochimica cellulare, i maggiori dati a disposizione sui meccanismi di morte cellulare programmata (apoptosi), l’ analisi delle relazioni tra stress ossidativo cellulare e apoptosi, mettono in luce vie comuni di passaggio di segnali provenienti da una molteplicità di fonti: nervose, endocrine, immunitarie, metaboliche. Nel microcosmo cellulare viene così a unificarsi. e a decodificarsi la complessa rete di segnalazione del macrocosmo rappresentato dall’organismo nel suo insieme.

E’ questa la base per chiudere il fossato che tradizionalmente separa la biochimica cellulare, la biologia molecolare, la fisiopatologia e la clinica.

 

La centralità dell’ambiente materno, fisico, sociale

L’esplosione degli studi di biologia molecolare applicati alla genetica, la spettacolarità delle tecniche di clonazione di animali e di fecondazione assistita se, da un lato, pongono numerosi problemi etici e di indirizzo sociale, dal”altro non possono oscurare un dato scientifico che emerge da vari filoni di ricerca: la centralità dell’ambiente per lo sviluppo e l’equilibrio biopsichico dell’individuo.

Convergono qui le ricerche sul ruolo dell’ ambiente materno nel condizionamento del sistema dello stress del nascituro, sul ruolo dell’ambiente fisico nel condizionamento del sistema immunitario in formazione, sul ruolo del network sociale nel condizionamento della bilancia individuale salute-malattia. L’ allargamento dello sguardo medico e scientifico al di là dei tradizionali fattori eziologici fa emergere il concetto di pluralità di cause, di multifattorialità per spiegare in modo più convincente l’origine e il decorso delle patologie umane.

 

I punti di svolta per una nuova scienza e pratica medica.

Complessivamente queste scoperte sul funzionamento e sulla interrelazione tra i grandi sistemi di regolazione fisiologica dell ‘ organismo umano gettano nuova luce sia sulla comprensione dei meccanismi patogenetici sia sulle terapie.Nello studio dei meccanismi patogenetici infatti non è più possibile separare l’azione, che nella realtà è simultanea e intrecciata, dei diversi sistemi.

Ciò sconvolge il tradizionale paesaggio medico basato sulle superspecializzazioni, incapaci, finché rimarranno nei loro angusti confini, di cogliere la multifattorialità della patogenesi e la poliedricità delle sue manifestazioni.Così, nella proposizione di terapie efficaci e sicure non è più possibile ignorare il fatto che la rete umana ha diversi punti di ingresso, di modulazione, non riducibili alla tradizionale azione farmacologica soppressiva o sostitutiva.In questo quadro, nella costruzione del nuovo paradigma biomedico è possibile, ed è sommamente utile, procedere a un confronto e a una integrazione con quel sapere medico antico, eterodosso e non convenzionale che ha retto alla prova dei fatti e che si presta per una verifica scientifica sistematica.

Del resto, negli ultimi anni sono giunte prese di posizione di grande rilievo non solo da parte della Organizzazione Mondiale della Sanità, ma anche dai National lnstitutes of Health degli Usa, riguardo all’ efficacia clinica delle più antiche tecniche di rilassamento, come la meditazione, e di suggestione, come l’ ipnosi, nel trattamento di varie patologie.

Al tempo stesso, si moltiplicano gli studi sui meccanismi d’azione dell’agopuntura e sulla sua efficacia clinica verso una importante gamma di patologie. Parimenti, è eccezionalmente aumentato, in tutto l’occidente, il ricorso di medici e pazienti all’uso di piante o di loro estratti  nel trattamento di malattie anche molto impegnative.

 

Medicina avanzata e integrata

Siamo convinti che la medicina del nuovo paradigma sarà una medicina avanzata e integrata, capace cioè di usare mezzi terapeutici modernissimi e mezzi antichissimi, scientificamente validi.Il medico saprà recuperare saggezza e equilibrio, sarà un insegnante di stili di vita, un maestro di prevenzione e non un semplice prescrittore.

Conoscerà a fondo il linguaggio interno del corpo, le sue parole fatte di ormoni, neurotrasmettitori, citochine, saprà padroneggiare le potenti sostanze che verranno dalla rivoluzione scientifica in corso, ma, al tempo stesso, userà anche le erbe, le sostanze naturali, le mani, gli aghi, le parole, le tecniche meditative.Auspichiamo che le istituzioni scientifiche e formative del nostro paese imbocchino con sicurezza e celerità questa nuova strada.

Il nostro contributo a questo processo è la Simaiss, come  luogo di confronto scientifico e di insegnamento secondo le linee sopra tracciate. L’articolazione della nostra proposta formativa è quindi incardinata su questa base scientifica.

Roma, gennaio 1998